Dopo l’approdo. Un racconto per immagini e parole sui richiedenti asilo in Italia
Una lunga documentazione iniziata in Sicilia e arrivata verso le realtà urbane del nord racconta con immagini e parole condizioni e vicissitudini che riempiono l’esperienza dell’esser rifugiati in Italia.
Punto strategico d’osservazione delle migrazioni forzate nel Mediterraneo, l’Italia è un luogo centrale per avviare una riflessione critica sulle dinamiche di protezione rivolte a rifugiati e richiedenti asilo. Riflettori mediatici e discorsi politici puntati sugli sbarchi costantemente riducono lunghe e violente rotte migratorie al breve momento dell’arrivo, circondando di silenzio sia i percorsi intrapresi da uomini e donne prima del loro approdo sulle coste italiane, sia le strutture della marginalità cui sono esposti nei luoghi d’arrivo. Un istante d’ostentazione mediatica che fa scomparire persone ed esperienze nelle repentine invocazioni d’emergenza, nei numeri e nelle procedure burocratiche, o ancora sotto ad immaginari respingenti e razzisti.
Lo scenario che raccontiamo non termina nelle prime procedure di controllo e identificazione.
Campi d’accoglienza, abitazioni e insediamenti improvvisati, luoghi nati dall’abbandono istituzionale, spazi di transito e d’incontro informale, come piazze o stazioni, lavoro fatto spesso di espedienti e sfruttamento scandiscono protratte attese, rituali burocratici, vulnerabilità sociale ed economica riempendo il tempo successivo all’approdo. Immaginari che dipingono i rifugiati come vittime, invasori, persone pronte ad approfittarsi dei luoghi d’arrivo e permanenza, o ancora non meritevoli di protezione sono infranti da immagini che rivendicano sofferenza, grida d’ingiustizia, cura del sé, autonomia e volontà d’azione.
E al contempo, mostrano come questi uomini e queste donne non esistano solo negli ingranaggi della burocrazia, dell’esclusione e della marginalità.
È un intento sociale e politico, oltreche descrittivo, quello che perseguiamo. La fotografia sociale punta dritto a quest’obiettivo, raccontando con un linguaggio diretto, tangibile e concreto gli ingranaggi spesso feroci dei luoghi di arrivo, permanenza e transito compresi i punti più critici del sistema d’accoglienza. Traccia altresì i punti complessi delle esperienze vissute dai richiedenti asilo, comprese le arene d’azione ricavate dentro alle dinamiche di cui sono investiti. Non si tratta “solo” di catturare o trascinare lo sguardo. Piuttosto, di coinvolgere chi guarda nel farsi domande su ciò che accade oltre i bordi dell’immagine.
Progetto realizzato con il supporto di Open Society Foundations
ha collaborato il dipartimento di scienze umane per la formazione “Riccardo Massa” dell’Università di Milano Bicocca
Il progetto è pubblicato da editpress Firenze